Archeologia Informatica
Sezione I: “Archeologia Informatica”.
La mostra temporanea “Insert Coin” propone ai visitatori un viaggio nella preistoria dell’era digitale, con l’esposizione dei primi videogiochi (ospitati nelle console originali dell’epoca) che hanno invaso il mercato domestico negli anni ’70 e ’80. Poichè il videogame vive innanzitutto di interazione, tutte le console esposte saranno funzionanti e liberamente utilizzabili dal pubblico.
Durante la prima edizione di “Insert Coin” è stata esposta una selezione di videogiochi storici: Star Trek (su sistema Applle IIe), Pong (su Zanussi Ping-O-tronic – la prima console giochi prodotta in Italia), Space War (su SABA Videoplay), Space Invaders (in esecuzione sia su Atari VCS), Pac-Man (su un cabinato “da sala” dei primi anni ’80), Microsurgeon (su Mattel Intellivision), Impossible Mission (sul classico Commodore 64), Super Mario Bros. (sulla console Nintendo NES), e Leisure Suit Larry in the Land of the Lounge Lizards (su un minuscolo PC 486 Unisys).
Fotografie: Francesco de Francesco
Azzardando un paragone con la storia del cinema, potremmo paragonare i classici della prima
generazione di videogame ai capolavori del cinema muto. In entrambi i casi ci troviamo di fronte a
dei mezzi tecnici estremamente ridotti e a una gestione del medium incerta, ancora debitrice di
forme espressive precedenti.
I primissimi giochi elettronici ricalcano i divertimenti del mondo reale come il ping pong; ma
poichè il gioco è contemporaneamente una forma narrativa e una modalità di interazione umana
basata su regole particolari, sin da subito la videoludica si è evoluta in molte altre direzioni, con la
creazione di situazioni e personaggi che non hanno nulla a che vedere con le possibilità del mondo
reale. Giochi come “Space Invaders” e “Pac-Man” spostano la narrazione in universi paralleli che
obbediscono a regole ferree e surreali al tempo stesso.